domenica 4 ottobre 2009

J. C. R. Licklider, “Man-Computer Symbiosis”

In quegli stessi anni '60 in cui Doug Engelbart immaginava l''aumento dell'intelligenza umana' attraverso l'uso di quello strumento che avremmo poi chiamato Personal Computer, ragionava a proposito della simbiosi tra uomo e computer un altro irregolare. Le sue riflessioni, come quelle di Engelbart e di Nelson, ci appaiono del tutto attuali: più che parlarci di un percorso svolto nello scorso mezzo secolo, ci parla di un percorso lungo il quaale siamo incamminati – probabilmente senza esserne del tutto consapevoli.
Joseph Carl Robnett Licklider, per tutti J.C.R. o ancora più semplicemente Lick, psicologo specializzato in psicoacustica, inizia a interessarsi di computing quando negli anni '50 lavora presso il MIT Lincoln Laboratory, centro di ricerca finanziato dal Dipartimento della Difesa. Lick si muove dunque in quell'area che è frutto della visione di Vannevar Bush, luogo di convergenza di interessi militari e alta tecnologia di origine universitaria. Per questa via, arriverà nel 1963 all'ARPA, l'Advanced Research Projects Agency, istituita nel 1958, come risposta al lancio nello spazio dello Sputnik sovietico. Presso l'ARPA -che è tra i finanziatori dell'Augmentation Research Center- è responsabile dell'Information Processing Techniques Office (IPTO).
In questo avvicinamento ad un computing al servizio dell'uomo che pensa, c'è un passaggio chiave: la pubblicazione, nel 1960, di un articolo di poche pagine, Man-Computer Symbiosis.
Il riferimento alla simbiosi è specialmente interessante: come Lick non manca di sottolineare, si tratta di un concetto biologico. Nella visione di Lick, due dissimili organismi, “living together in intimate association, or even in close union”, lavorano per costruire conoscenza.

The hope is that, in not too many years, human brains and computing machines will be coupled together very tightly, and that the resulting partnership will think as no human brain has ever thought and process data in a way not approached by the information-handling machines we know today.

Notevole qui la vicinanza con il punto di vista di Maturana: si parla -”human brains and computing machines”- di sistemi viventi, si parla di accoppiamento strutturale.
Il computer così inteso -possiamo dire la macchina di Lick- è una macchina ben diversa dal Mainframe orientato al controllo, e teso a sostituire l'uomo attraverso la sua Intelligenza Artificiale. Così come l'uomo disposto a collaborare con questa macchina è ben diverso sia dal tecnico analista o programmatore, sia dall'utente che accetta passivamente di lavorare dentro i vincoli definiti dalla procedura.
L'indirizzo è chiaro:

To enable men and computers to cooperate in making decisions and controlling complex situations without inflexible dependence on predetermined programs.

“Senza dipendenza da programmi predeterminati”: ecco affermato il nodo chiarissima la distanza dall'approccio kantiano e cognitivo. Serve una macchina che faciliti l'emergere del nuovo pensiero, serve un aiuto per costruire conoscenza, serve una macchina orientata alla Bildung. Il “controllo delle situazioni complesse” non può passare attraverso l'attuazione di programmi, procedure scritte prima, ma è invece, essenzialmente, decision making.
Lungo il corso degli anni Sessanta, la riflessione di Licklider si consolida e si precisa.
Finché in The Computer as a Communication Device, articolo apparso nel 1968, ci offre una lucida anticipazione di ciò che abbiamo imparato a chiamare social network, reti sociali, virtual community, comunità virtuali . Nelle parole di Lick, già molto precise, “On-line interactive communities”. Persone intente a collaborare, “face to face through a computer”.

But let us be optimistic. What will on-line interactive communities be like? In most fields they will consist of geographically separated members, some- times grouped in small clusters and sometimes working individually. They will be communities not of common location, but of common interest. In each field, the overall community of interest will be large enough to support a comprehensive system of field-oriented programs and data.

Ma dal punto di vista del ragionamento che vado svolgendo, centrato sul lavoro congiunto della mente umana e di una 'macchina per pensare', le suggestioni più ricche erano già presenti in Man Computer Symbiosis:

It seems reasonable to envision, for a time 10 or 15 years hence, a "thinking center" that will incorporate the functions of present-day libraries together with anticipated advances in information storage and retrieval and the symbiotic functions suggested earlier in this paper. The picture readily enlarges itself into a network of such centers, connected to one another by wide-band communication lines and to individual users by leased-wire services. In such a system, the speed of the computers would be balanced, and the cost of the gigantic memories and the sophisticated programs would be divided by the number of users.

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